"Oggi ho deciso di farmi dei nuovi amici." Una verità conosciuta da tutti i veri esperti di SEO, ma spesso detta a bassa voce. Perché? Perché ci sono realtà che, grazie a questo trucchetto, hanno costruito fatturati a sei zeri sfruttando le lacune digitali dei clienti. Un po' come chi si è affidato a influencer con fan comprati o numeri gonfiati, sperando nel "miracolo virale" che non è mai arrivato.
SEO e motori di ricerca troppe legende metropolitane
Perché scrivere questo articolo? Per mettere sotto i riflettori una pratica che mi fa ribollire il sangue: la gestione della SEO per aziende dello stesso settore, una strategia che alcune agenzie di marketing utilizzano per guadagnare di più in modo gran poco etico... sfruttando la non conoscenza digitale.
Quante volte hai pensato: "Mi affido ai professionisti, loro sanno cosa fare"? Peccato che il gioco sia truccato. Mentre ti promettono di farti scalare la vetta di Google, stanno usando le stesse tecniche per i tuoi concorrenti. E sai qual è il risultato? Alla fine, vincono loro, le agenzie. Tu, invece, resti fermo mentre il tuo budget evapora.
Il conflitto di interessi nascosto
Fare SEO non è un gioco per tutti. Quando si lavora per posizionare un'azienda su Google, si entra in un'arena competitiva dove c'è spazio per pochi. I primi risultati sono limitati, e chi non arriva in cima è destinato a rimanere invisibile.
Se un'agenzia accetta di lavorare per due o più aziende dello stesso settore, inevitabilmente si trova in conflitto di interessi. Può davvero garantire lo stesso impegno e le stesse opportunità per tutti? La risposta è no. Qualcuno deve perdere. O peggio, potrebbero perdere tutti ( gli altri...)
Come si approfittano della tua ignoranza digitale
La triste verità è che questa pratica è più diffusa di quanto pensi, soprattutto in settori iper-competitivi come avvocati, medici, ristoranti o altri professionisti locali. Le agenzie che la adottano contano su un elemento: la tua ignoranza digitale.
Molti clienti finali non hanno gli strumenti per capire cosa accade dietro le quinte della SEO. Non sanno cosa significhi realmente ottimizzare un sito, creare contenuti strategici o gestire backlink di qualità. Questo permette alle agenzie di agire indisturbate, vendendo la stessa promessa a tutti e incassando due, tre, cinque, dieci volte.
Nel frattempo, tu credi che il tuo investimento stia funzionando, mentre magari il tuo concorrente è stato spinto più in alto. Il paradosso?Probabilmente stai pagando per aiutare il tuo competitor a batterti.
Le implicazioni etiche e pratiche
Questa strategia non è solo scorretta, è anche inefficace a lungo termine. Se un'agenzia applica la stessa ricetta a più clienti dello stesso settore, senza differenziazione strategica, sta creando una guerra di posizionamento dove nessuno vince.
Il problema vero è che spesso il cliente non se ne accorge mai. Questo porta alla nascita di convinzioni errate, come "Per il mio settore Google non funziona" o altre simili. Queste credenze vengono assorbite dal cliente stesso, alimentate dalle sue lacune tecnice e dalla mancanza di comprensione di come un consulente SEO non possa lavorare per soggetti che sono in competizione tra di loro. Questo circolo vizioso crea danni devastanti alle strategie e alla fiducia del cliente, oltre ad inquinare il mercato di schifezze gettando discredito sull'intero settore oltre a creare leggende alla stregua delle peggiori chiacchiere da bar dove viene alimentata una visione superficiale del web in netta contrapposizione alla consapevolezza.
Una soluzione etica: scegli chi lavora per te (e solo per te)
La SEO non è una formula magica, è una strategia personalizzata. Se vuoi davvero avere successo, scegli un professionista o un'agenzia che lavori esclusivamente per la tua azienda nel tuo settore. Pretendi che ti firmi un accordo di esclusiva nella tua città se lavori a livello locale, provinciale o nazionale in base al mercato a cui ti rivolgi. Pretendi trasparenza. Fai domande. Chiedi report dettagliati. Chiedi ai tuoi consulenti di monitorare costantemente la concorrenza per capire come si sta muovendo e anticipare eventuali strategie.
E, soprattutto, non fidarti di chi ti promette miracoli per pochi spiccioli o accetta senza problemi di lavorare per i tuoi concorrenti.
SEO truffaldina: è colpa del cliente?
Noi tecniconi nerd, che da decenni viviamo di pane e cose tecnologiche, abbiamo un vizio: tendiamo a innervosirci con i clienti o a giudicarli per la loro ignoranza digitale.
Certo, tutti dovremmo informarci su ciò che influenza il nostro lavoro e la nostra azienda. Tuttavia, mi rendo conto che un imprenditore o un libero professionista, già impegnato tra la ricerca di clienti, il marketing, il pagamento degli stipendi e la gestione dell'azienda, possa trovarsi disorientato. Aggiungiamo poi una valanga di informazioni spesso superficiali e fuorvianti, come quelle dei media tradizionali che riducono gli influencer a 'ebeti che si fanno foto vicino a cose' e banalizzano i social media come semplici trucchetti la confusione è comprensibile.
Ed è proprio per questo che, nel mio piccolo, cerco di fare la differenza. Non solo nel modo in cui svolgo il mio lavoro, ma anche cercando di fare un po' di cultura digitale. Perché, così come i miei collaboratori, vengo dall'underground informatico e dal mondo dell'hacking. In quelle comunità virtuali, tra terminali e server IRC, c'era una condivisione costante: una voglia di comprendere a fondo, di imparare, quasi di "succhiare il midollo della vita" (cit. L'attimo fuggente).
Conclusione
Se hai letto fin qui, probabilmente hai già capito che il problema non è solo tecnico o culturale, ma soprattutto valoriale. Personalmente, non baratterei mai i miei risultati economici con la mia scala di valori.
Dobbiamo ricordarci che non c'è nessuna legge che obbliga un'azienda a lavorare in esclusiva, ma è un obbligo dettato dal funzionamento tecnico di certi meccanismi.
Ed è bene che il cliente sia edotto del funzionamento di queste dinamiche, visto che sono cose cruciali per un'azienda.
La SEO è una questione di fiducia, trasparenza e collaborazione. E se qualcuno ti dice che può fare lo stesso lavoro per te e il tuo concorrente, sappi che nella migliore delle ipotesi, sta mentendo a uno di voi. Nella peggiore? A entrambi.